La foto sgranata a sinistra è quella che viene considerata la prima fotografia del mondo, Vista dalla finestra a Le Gras, scattata nel 1826 dal francese J.N. Nièpce.
Con il tempo e la diffusione della fotografia si sono ottenuti materiali ed apparecchi sempre più perfezionati e sofisticati, ma la tecnica di base dei primi fotografi è rimasta inalterata nella sostanza. E anche oggi, con la tecnologia digitale che ha oramai sostituito i materiali sensibili ed i rullini, la sostanza dal punto di vista ottico è rimasta immutata. Insomma, in circa 200 anni non c’è niente di nuovo sotto il sole a livello di principio: di nuovo ci sono gli uomini, la cultura, le abitudini e le conoscenze. Quello che è cambiato nel corso degli anni è il nostro rapporto con le immagini fotografiche.
La fotografia nasce da tante vicende differenti, dalla combinazione di tanti elementi, che apaprtengono da una parte alla storia della pittura e della cultura dell’immagine, dall’altra alla fisica e all’ottica.
Alla nascita e all’evoluzione della fotografia hanno contribuito numerosi ricercatori con geniali intuizioni. I principi ottici e chimici su cui è basato il processo fotografico erano conosciuti anche nell’antichità, ma solamente nel corso del ‘700 e dell’800 sono confluiti in una sintesi che ha permesso di registrare, sviluppare e fissare per la prima volta un’immagine su un supporto.
LA CAMERA OSCURA

Solo verso la seconda metà del XVII secolo fu predisposto un tavolo da disegno portatile secondo il principio della camera oscura: si trattava di una grossa scatola di legno, con il lato anteriore era chiuso da una lente. L’artista ricalcava l’immagine “ripresa” su un foglio di carta semitrasparente, appoggiato a un vetro posto sulla parte superiore. Il risultato era piuttosto impreciso per la cattiva qualità degli obiettivi e richiedeva una discreta abilità per essere riprodotta da un disegnatore. Questa strumentazione ha fatto parte per diversi secoli del corredo di pittori e artisti, sviluppando una storia della rappresentazione della realtà che arriva fino ai giorni nostri.
COME FISSARE UN’IMMAGINE

A sinistra c’è una delle prime fotografie di Daguerre, scatta a Parigi con un tempo di posa relativamente breve: mentre la posa di Nièpce era lunghissima, intorno alle 8 ore, Daguerre riesce ad ottenere l’immagine in pochi minuti, attraverso uno studio approfondito sulle reazioni chimiche, con un risultato molto preciso e definito.
Il secondo filone tende alla creazione di uno sterminato catalogo e di un nuovo modo di vedere l’umanità: il grande mito di rivedersi e di riscrivere la propria storia personale, anche attraverso le immagini, attraverso gli album di famiglia che si diffondono subito dopo la scoperta della fotografia.
L’EVOLUZIONE DELLE FOTOCAMERE
Una delle evoluzioni più importanti delle macchine fotografiche ha riguardato il formato del fotogramma. II fotografo dell’800 doveva portare con sé un’attrezzatura di peso considerevole: oltre alla macchina fotografica e al cavalletto, aveva bisogno di un intero laboratorio fotografico mobile, sotto forma di tenda o carrozza oscurabile. Era indispensabile possedere nozioni di chimica e ottica, una grandissima abilità manuale, per preparare sul posto le lastre, sensibilizzarle e, dopo l’esposizione, svilupparle e fissarle. Con il tempo, attraverso la ricerca sulle emulsioni, migliorate nella resa dei dettagli, e con gli obiettivi sempre più evoluti, è stato possibile ridurre il formato del negativo da cui trarre l’ingrandimento.
Nel 1884 l’americano George Eastman fabbricò le prime pellicole in rullini da 24 pose. Nel 1888 lanciò sul mercato un nuovo rivoluzionario apparecchio di piccole dimensioni (solo 18 cm di lunghezza), che conteneva un caricatore da 100 pose. Dotato di fuoco fisso e di una velocità di otturazione vicina a 1/25 di secondo, dopo l’ultimo scatto doveva essere rimandata alla casa produttrice che sviluppava le 100 foto e ricaricava la macchina con un altro rullino. Costava 25 dollari e veniva reclamizzato con lo slogan «Voi premete il bottone, noi faremo il resto». Venne chiamato con un termine onomatopeico divenuto famoso nella storia della fotografia: Kodak. Eastman introdusse nel 1891 le prime pellicole intercambiabili a luce diurna. Dalle pellicole su carta passò poi nel 1889 alle pellicole su celluloide.
Nel 1904 Auguste e Louis-Jean Lumière (pionieri della cinematografia) brevettarono un fortunato procedimento di fotografia a colori.
Nel 1923 venne immessa sul mercato una nuova macchina fotografica, leggera e versatile: la Leica progettata da Oscar Barnack. Questa fotocamera è davvero importante perché ha segnato l’ingresso del formato 35mm nella fotografia: 35mm indica la larghezza della pellicola, mentre 24x36mm indica il formato del fotogramma impressionato (per cui sui 35mm della pellicola per fotografie ci devono stare “solo” i 24mm del lato corto del fotogramma).
Il formato 35mm ha consentito di costruire macchine leggere, di piccole dimensioni e relativamente economiche, permettendo di ottenere immagini di qualità adeguata alla gran parte delle applicazioni. La leggerezza ne ha fatto l’attrezzatura d’elezione per il fotogiornalismo, la foto sportiva e di viaggio.
Negli anni a seguire assistiamo allo sviluppo della tecnologia reflex. L’uso di uno specchio per raddrizzare l’immagine che passa attraverso la lente della camera oscura, di cui come abbiamo visto artisti e pittori si servivano come ausilio al disegno dal vero era noto da tempo, ma nel 1936 approdò al 35mm con la Kine Exacta.
Da allora il sistema si è sviluppato enormemente, ma il concetto è rimasto immutato anche nelle più recenti versioni digitali.
IL PROGRESSO TECNOLOGICO
Miglioramenti delle prestazioni degli obiettivi si ebbero dal 1903 con gli obiettivi prodotti dalla Zeiss. Molti progressi ci furono nell’ambito del sistema reflex. La prima macchina reflex binoculare, con un obiettivo per la ripresa, uno per l’inquadratura e la messa a fuoco venne realizzata nel 1865 da H. Cook. Alcuni ricercatori si dedicarono a sperimentazioni sulla fotografia istantanea, ossia sviluppare la pellicola all’interno dell’apparecchio fotografico, anziché nella camera oscura: La fotografia istantanea divenne realtà nel 1947 grazie al chimico Edwin Herbert Land, inventore del sistema Polaroid.

